ONOREVOLI SENATORI – In un mondo aperto alle molteplicità di contatti tra popoli di diversa etnia e di diversa igiene e profilassi, dove germi, spore, batteri e microrganismi vari sono una minaccia costante, la Comunità di base, con particolare soggettiva responsabilità dei professionisti operanti nei vari ambiti, deve dotarsi di tutti gli accorgimenti necessari per scongiurare quanto più possibile i pericoli circolanti.
Sempre più, ogni giorno il nostro corpo entra in contatto con milioni di germi invisibili, variamente insidiosi, spesso veicolati da oggetti di uso comune.
I microbiologi inglesi della Manchester Metropolitan University, hanno attestato, in una ricerca effettuata sulla superficie di appena 5 cm. quadri di un telefono cellulare, l’esistenza di ben 25 mila batteri, germi e funghi, che nel caso delle superfici degli occhiali, in un’area delicata come quella oculare e peri-oculare, depositati sulle lenti, sulle aste, sui naselli, favoriscono l’insorgenza di infezioni sia dermatologiche che congiuntivali.
Anche l’uso promiscuo di strumenti per la misurazione della vista, specie se si tratta di un’azione obbligata come quella di sottoporci ad accertamenti diagnostici, ci trova diffidenti al contatto con la strumentazione, molto spesso riteniamo non sicuri gli accorgimenti igienici adottati tra una visita e l’altra.
È dunque oramai esigenza comune raccogliere certezze anche nei gesti quotidiani, perché è proprio nelle piccole azioni di ogni giorno che spesso possono nascondersi le insidie, e persino il semplice gesto di indossare un paio di occhiali può esporci al potenziale rischio di infezioni o irritazione dell’area oculare e perioculare.
L’uso promiscuo degli occhiali, siano essi strumenti di misurazione e/o prova, siano quelli usati per la visione cinematografica in 3D, sono state oggetto di esame, in questi ultimi anni, da parte del Ministero della sanità, al fine di verificare l’esistenza di rischi per gli utenti e consumatori. Erano, infatti, pervenute al Ministero della sanità segnalazioni, da parte di alcuni organi di controllo, che rappresentavano le preoccupazioni e le perplessità di alcuni cittadini sulla sicurezza, sotto l’aspetto igienico, di questo tipo di leggerezza e trascuratezza sull’uso di viso in viso dello stesso occhiale, di cui si sono fatti portavoce di recente anche i mass-media.
Non v’è dubbio, infatti, che l’adozione di comportamenti corretti, quali la pulizia e disinfezione delle lenti e delle superfici dell’occhialino optometrico (oculus) e degli occhiali in genere, ovvero purché siano soddisfatte le piú elementari norme igieniche, sono presupposti necessari per garantire la sicurezza d’uso, tanto più in ambito medico ospedaliero.
Da tenere presente sono pure tutti i negozi di ottica dove comunemente ci si va a provare ed acquistare l’occhiale da vista o da sole, luoghi ed occasioni che portano a volte a comportamenti non corretti sotto l’aspetto igienico, per cui si ritiene che delle indicazioni che inducano all’accurata pulizia dell’occhiale, prima che altri soggetti lo possano nuovamente provare/indossare, siano doverose per rendere sicuro l’uso all’utente/consumatore, ovvero che siano occorse le corrette prassi igieniche.
Si ritiene necessario, inoltre, rappresentare che nella materia auspicabilmente oggetto di un disegno di legge, sono a vario titolo di recente intervenuti il Consiglio superiore di sanità, lo stesso Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, il CODACONS, i NAS e l’Associazione per la tutela dei diritti del malato, al fine di promuovere e disporre degli opportuni provvedimenti.
Si ritiene, pertanto, di richiamare l’attenzione degli organi legislativi affinché siano adottati gli strumenti e i comportamenti di gestione corretta, sotto l’aspetto igienico, per assicurare ogni funzione di profilassi antimicrobica, così come pure promossa dalla Commissione dell’Unione europea, di informazione e di educazione civica nell’uso promiscuo a qualsiasi titolo e ragione degli occhiali di prova e misurazione.